La lunga e tormentata vicenda degli ebrei, e indirettamente dei popoli con cui essi entrarono in contatto nel corso dei secoli, ci è nota attraverso la narrazione della Bibbia, il libro sacro di questo popolo, del quale è stato dimostrato il valore di fonte storica. "Bibbia" deriva dal greco biblia che significa "libri". La storia del popolo ebraico, delle sue leggi e dei suoi costumi è narrata nella prima parte della Bibbia, che gli Ebrei chiamano berit, cioè "testamento", parola con cui indicano il patto concluso fra Dio e il popolo ebraico; i cristiani lo hanno chiamato poi Antico o Vecchio Testamento per distinguerlo dal Nuovo Testamento, il patto che Dio ha rinnovato con l’umanità attraverso il sacrificio di Cristo. I libri dell’Antico Testamento sono stati tramandati attraverso i secoli a viva voce, soprattutto dai sacerdoti, e messi per iscritto solo molto più tardi. Il manoscritto più antico che possediamo risale al I sec. a.C. ed è stato scoperto nel 1947 in una grotta del deserto di Giudea insieme ad altri rotoli di scrittura conosciuti come "Manoscritti del Mar Morto". Tra i 24 libri che compongono l’Antico Testamento, quelli che ci permettono di ricostruire meglio la storia degli Ebrei sono: Genesi, che descrive, tra l’altro, la nascita della nazione ebraica (da prima del 2000 al 1500 ca. a.C.); Esodo, il riscatto dalla schiavitù d’Egitto e il viaggio con Mosè verso la terra promessa (1280 ca a.C.); Numeri, la storia dei quaranta anni di peregrinazione nel Sinai; Deuteronomio, le parole di Mosè al suo popolo in procinto di entrare nella terra di Canaan (1230 ca. a.C.); Giosuè, l’invasione israelita di Canaan sotto il successore di Mosè (1230-1200); Giudici, le guerre che precedono l’avvento dei re (1200-1000 a.C.); Samuele, dal primo re Saul agli ultimi anni di David (1030-966 a.C.); Re, dall’età di Salomone alla distruzione di Gerusalemme (966-587 a.C.). Gli avvenimenti successivi all’800 a.C., inoltre, possono essere seguiti anche attraverso gli Annali assiri e babilonesi.